errori nella cura della depressione

Depressione: che fare? Errori comuni

By: Dott. Gabriele Ramonda - Psicologo Psicoterapeuta | 4 Gen 2019

Ci sono alcuni errori comuni in cui si può cadere quando si è alle prese con una possibile crisi depressiva. Eccoli.

Non riconoscerla: tristezza e depressione

Depressione e tristezza sono due cose differenti. Sebbene la depressione quasi sempre comporti tristezza ed umore basso, vi sono grandi differenze tra un momento di tristezza e l’inizio di una crisi depressiva. Qui potrete trovare una distinzione approfondita tra le due.

Affidarsi ai libri motivazionali e self help

Sono libri che insegnano tecniche e strategie per uscire dalla depressione o per migliorare la propria situazione emotiva. Tendono a creare illusioni, vendono soluzioni che sembrano facili, pulite e velocemente spendibili, ma sono specchietti per le allodole, non rispecchiano la complessità della vita.

letture depressioneLeggendoli ci si sente motivati e si ha l’impressione di avere la soluzione in tasca, ma usati per curare una crisi depressiva provocano disastri. Non basta sedersi ad un tavolo, programmare una cura fatta in casa, scrivere alcune cose da mettere in pratica ogni giorno per affrontare il profondo dramma di un momento depressivo. Si legge il libro con il massimo entusiasmo, la soluzione sembra lì, a portata di mano, afferrabile. Si inizia con i migliori propositi. Poi, lentamente si sente che qualcosa non sta funzionando, che i risultati promessi non arrivano, gli esercizi e le pratiche che stavamo seguendo diventano sempre più lontani da noi. Spesso si continua a provare, con la speranza che sia solo un momento. Finiremo inevitabilmente con l’abbandonarli, passando ad un altro libro, ad una nuova tecnica, ed il circolo riprende. Più passa il tempo e più ci si allontana dalla nostra realtà interna, da quello che sentiamo veramente, impegnati come siamo a sorriderci allo specchio, mentre dentro cerchiamo di scacciare il dolore.

Si crea una frattura in noi, tra ciò che sentiamo e ciò che tentiamo cocciutamente di imporci con la forza di volontà. Più ci si allontana dalla realtà vera della crisi e più questa diventa insidiosa. E’ come avere un piccolo incendio in casa e risolverlo voltando la testa e cambiando stanza. L’incendio aumenta e non ce ne accorgiamo.

Svend Brinkmann dell’università svedese si Aalborg si è occupato approfonditamente di questo problema. Qui troverete una sua intervista.

Combatterla da soli sforzandosi

Spesso quando si incontra un disturbo psichico si ha un approccio radicalmente diverso rispetto a quello che si ha con un disturbo fisico. Non ci si considera colpevoli di avere mal di testa o influenza, mentre si può pensare che una crisi depressiva dipenda da noi, e che sforzandosi questa possa scomparire. Sforzarsi di uscire, sforzarsi di fare sport, sforzarsi di vedere qualcuno, sforzarsi di fare le  cose che si facevano prima, in modo da rimettere la vita in carreggiata. Sicuramente può essere utile cercare di non abbandonarsi completamente al vuoto ed alla disperazione, incontrare amici e tenersi attivi fisicamente.

Scambiare però questi atteggiamenti con la medicina per la depressione, senza approfondire la propria situazione può prolungare la sofferenza, gettandoci in una guerra continua tra stati d’animo depressivi e sforzi frustranti per cacciarli via. Tornare attivi non significa curarsi, cosi come una bronchite non può essere curata riprendendo ad uscire e a lavorare.

Attendere senza fare nulla

Andare avanti tenendo duro. Dirsi “Passerà, è solo un momento”. Ci sono sicuramente momenti difficili nella vita di ognuno di noi. E’ inutile però, se non dannoso, rimanere in attesa nella sofferenza depressiva, tenere duro per mesi e mesi in uno stato di dolore continuo. Ci si sottopone da soli ad un trattamento crudele, che molto probabilmente non ci sentiremmo di consigliare ad un amico.

Le crisi depressive possono passare da sole, ma è impossibile stabilire in quanto tempo e quale quota di sofferenza porteranno con se prima di abbandonarci. Inoltre una depressione affrontata solo aspettando non permette di scoprire cosa sta succedendo in noi, cosa tende a scatenarla, quali sono i temi sottostanti, dove siamo più vulnerabili. Saremo quindi più esposti a ricadute e più disarmati di fronte a nuovi possibili momenti di crisi.

Accusarsi

Pensare che la situazione che stiamo passando sia colpa nostra, pensare che dipenda da un qualcosa che abbiamo fatto, da una colpa, che sia un qualcosa che ci meritiamo o che sia irreparabile. “Se solo avessi fatto le cose in modo diverso…” In quasi tutte le forme depressive si presenta un forte senso di colpa, verso di noi e verso chi ci sta intorno (famigliari, genitori, partner). Il senso di colpa spinge a sentirsi responsabili e poco meritevoli di cure. E’ però un sintomo, è il nostro stato d’animo che parla. Seguire la strada dell’accusa e del senso di colpa porta a ritardare le cure e ad allungare sofferenza e confusione.

Cosa fare?

  • cosa fare con la depressioneComprendere che non siamo responsabili del nostro stato, esattamente come per una malattia fisica ne siamo vittime.
  • Affrontare la possibile vergogna: la depressione è diffusa, può colpire chiunque e non è uno stato di cui vergognarsi.
  • Comprendere che molti degli stati d’animo sono provocati da ciò che stiamo passando e possono portarci a distorcere, aggravare o sottovalutare la situazione. Lo sguardo di un professionista può riportare un minimo di oggettività e chiarezza.

Chiedere aiuto è il primo passo per comprendere: permette di capire che cosa sta succedendo quanto sia o meno grave la situazione e permette di sentirsi meno soli nell’affrontarla. Inoltre, comprendere cosa succede in noi, cosa può scatenare questi momenti e in cosa siamo più vulnerabili ci porterà ad essere meno esposti a ricadute e strascichi depressivi.

Depressione che fare? Errori comuni – Dott. Gabriele Ramonda – Psicologo a Torino e Chieri: mi occupo del sostegno psicologico e della cura in casi di ansia, depressioni, panico.

 

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