la scomparsa della tristezza

La scomparsa della tristezza

By: Dott. Gabriele Ramonda - Psicologo Psicoterapeuta | 21 Lug 2017

In un mio articolo ho spiegato le differenze tra la tristezza e la depressione. Essendo la tristezza spesso evitata e bandita nel nostro tempo vi allego un interessante articolo di Vittorino Andreoli sulla scompara della tristezza che può far riflettere.

La scomparsa della tristezza

di VITTORINO ANDREOLI

II romanzo di Francoise Sagan, Bonjour tristesse, esce nel 1954. Un successo strepitoso, l’autrice aveva 18 anni, n film, diretto da Otto Preminger, è del 1958. Tutto accade appena in tempo, se si pensa che l’imipramina, il primo antidepressivo, nasce nel 1957-8. Questione di pochi me­si e si sarebbe potuto scrivere al posto di Bonjour tristesse, Bonjour Imiprarnìne.

La tristezza è stata ammazzata: i tristi amori, scompar­si. Non esiste più nemmeno come parola, cancellata dall’ uso corrente. Morti anche termini come “inquietudine” (l”‘inquieto è il mio cuore finché non riposa in Te” di Agostino); come “anelito”, “disperazione” (disperata attesa).

Tutto è stato buttato dentro depressione e depressione si coniuga necessariamente a antidepressivo. Il demone sconfitto dal Bene dei farmaci, dalla chimica dalle formule magiche uscite dai laboratori scientifici delle grandi indu­strie farmaceutiche.

La lotta tra il male, la depressione e il bene, l’imipramma o gli SSRI (Inibitori della ricaptazione della serotonina).

Sarebbe tempo di occuparsi della uccisione delle parole, delitti che andrebbero puniti severamente. E’ capitato anche per l’angoscia, l’angustia, la trepidazione, il timore, il tremore (inferiore). Il grande capolavoro di Kierkegaard Timore e tremore nasce nel 1843, lontano per fortuna dal nascita delle benzodiazepine, Soren lo avrebbe dovuto chiamare Anxiety and Benzodiazepines'”e lo avrebbe dovuto pubblicare sul New Scientist. Nemmeno più regge la distinzione tra ansia e angoscia (Angst di Freuid) che trasmette, anche in immagine, il trovarsi den­tro un vicolo stretto che si chiude, come pare accadere per la trachea che non lascia più passare aria e si avverte la fine, la morte.

La tristezza sembra non esistere più

La tristezza sembra non esistere più, non far parte dei nostri sentimenti, di quella sequela di vissuti esistenziali che pur vicini tra loro hanno caratteristiche differenti, ca­paci di distinguere ciò che viviamo con partecipazione dif­ferente, con un dolore che sa di pietà o di disperazione.

Sono un vecchio psichiatra ormai e mi pare di apparte­nere alla categoria dei rulli compressori, quelli che rendo­no tutto piatto: un rullo compressore dei sentimenti. Per semplificare tutto e per rendere possibili i rapporti auto­matici tra sintomi e farmaci, bisogna certo semplificare. Anche perché qualcuno non si metta a cercare e a trovare un farmaco contro la trepidazione e poi uno specifico per la tristezza.

Tutto è anxiety e depression. Tutto è antidepressivo e ansiolitico.

La vita dei sentimenti si è impoverita e ormai per esse­re certi di non avere una prescrizione di psicofarmaci biso­gna non avvertire più niente, essere sentimentalmente vuoti. Aveva ragione Benedetto Croce: se eliminiamo le parole scompaiono i concetti e oggi — egli direbbe — per-sino i sentimenti. Forse anche per questo i poeti tacciono, temono di essere tutti curati per anxiety and depression. Bisognerebbe ripartire dall’uomo, e non dai sintomi e dai farmaci, per fare una nuova psichiatria.

 

Corriere Salute “8 febbraio 2009”

La scomparsa della tristezza – Dott. Gabriele Ramonda – Psicologo a Torino e Chieri: mi occupo del sostegno psicologico e della cura in casi di ansia, depressioni, panico.

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